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Coesione digitale, intelligenza artificiale e pubblica amministrazione
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Digitalizzazione e divario territoriale operano come vettori di segno opposto, sol che le politiche pubbliche di riequilibrio in termini di investimenti infrastrutturali e strumentali, rafforzamento dei servizi digitali e consolidamento competenziale del capitale umano ed il suo aggiornamento continuo, garantiscano un’effettiva coesione.
Al contrario, se risultano insufficienti (a fortiori se assenti) le misure di mitigazione e superamento del divario digitale, il primo vettore, la trasformazione digitale ed in particolare la crescente preminenza dell’intelligenza artificiale, aggiungono la propria spinta divaricatrice a quella della marginalizzazione territoriale, economica e sociale, aggravandone i già consistenti effetti sperequativi. I diversi aspetti del divario digitale possono così mettere a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi del “decennio digitale” dell’UE divenendo una “trappola dello sviluppo”. Al contrario, se può pienamente dispiegarsi la propulsione riequilibrante della trasformazione digitale essa può svolgere i propri rilevanti effetti anche nei confronti dell’attività delle pubbliche amministrazioni rendendo più accessibili quelle centrali ed i servizi da esse resi in favore di cittadini, imprese ed istituzioni dei territori periferici ed ultraperiferici (si pensi alla sanità digitale, al governo del territorio ed alla formazione a distanza).
La trasformazione digitale della pubblica amministrazione innesca altresì spinte verso l’armonizzazione e l’integrazione delle strutture amministrative e degli apparati burocratici che svolgono effetti positivi anche su quelli delle aree geografiche interne o insulari. Non si tratta, quindi, di registrare una nuova propulsione centripeta nel lungo oscillare del pendolo tra centro e periferia che connota la storia istituzionale italiana, ma di declinare in termini nuovi i concetti di autonomia e sovranità che la dimensione dell’infosfera impone.
In questa prospettiva “glocale”: interconnessione e peculiarità dei territori, rafforzamento delle strutture centrali e valorizzazione del ruolo delle istituzioni locali svolgono appieno l’effetto di calmierare le marginalità territoriali. Aree remote, zone interne e montane, territori insulari vengono recuperati in un contesto di integrazione prima affidata al solo elemento della prossimità e contiguità territoriale. Il sistema così, da policentrico e multipolare, assume progressivamente una fisionomia reticolare e (tendenzialmente) inclusiva.
- Autore
Gaetano Armao,Carmelo Cutuli
- Numero di pagine
148
- Prezzo di copertina
- Prezzo PDF
- Pubblicazione
25.9.2025
- Codice ISBN
- Codice ISBN Digitale
9791254838693
gli autori
Professore associato di diritto amministrativo, abilitato ordinario, nell’Università degli Studi di Palermo, ove insegna dal 1993, delegato del Rettore per la condizione di insularità. Socio della Society of Advanced legal studies University of London, dell'International Society of Public Law (ICON-S), delle Associazioni italiane di diritto urbanistico, di diritto dell’ambiente e Giuristi per le Isole. È stato Presidente del Consorzio universitario di Agrigento, Assessore all’economia e Vicepresidente della Regione Siciliana con delega al digitale, membro del Comitato europeo delle Regioni. Autore di oltre 250 pubblicazioni.
Comunicatore pubblico, giornalista e saggista specializzato nelle relazioni istituzionali con una significativa esperienza internazionale nelle relazioni esterne. Svolge attività di divulgazione attraverso pubblicazioni tecniche e contributi editoriali su testate italiane e internazionali, partecipando inoltre come relatore a conferenze e seminari. Attivo nello sviluppo e valorizzazione della professione a livello nazionale, ha ricoperto ruoli di rilievo come la presidenza di Assocomunicatori e il coordinamento del settore confederale della Comunicazione in Confassociazioni, di cui è attualmente Presidente per il Sud Italia.